
Come sei piccina!
Bellissima, innocente, semplice, delicata e … piccina. Com’è strano e com’è bello conoscerti, sapere che ci sei, saperti desiderata, amata … prima non c’eri … ora ci sei!
Mistero!
Grande, infinito, incomprensibile Mistero! Non c’eri e adesso ci sei. Dov’eri … se non c’eri? Non eri … e basta! E adesso sei!
Vertigine!
Che cosa grande è l’essere! L’esserci, il sentirsi uno, un “io” … che cosa grande è l’ “io”! Vero piccina? Proprio tu m’insegni, carissima, che l’io è sì grande, ma non basta a se stesso, ha sempre bisogno di un “tu”!
L’ “io” è un “io” perché esiste un “tu”.
Più cerchi, guardi, invochi, riconosci il “tu” … e più il tuo “io” cresce.
Ma cosa sto qui a raccontarti queste storie, a te che dipendi in tutto e per tutto da quei “tu” così familiari e così grandi, ma che un tempo erano piccini come te. A te che non ti vergogni di affidarti, che non ti ribelli a Colui che ci ha fatti insufficienti a noi stessi; a te che non temi la debolezza, ma chiedi tutto con fiducia e con forza.
Non eri, ora sei … e domani? Cosa ti aspetta?
Mistero e vertigine!
Mi scende un brivido giù per la schiena … noi traditori del nostro infinito bisogno, come ti accogliamo, come rispondiamo al tuo domandare?
Ti guardo e tu già mi perdoni, mi accogli ancor prima di conoscermi, anche se non sei capace né di perdono, né di accoglienza! Sì, ma lo fai lo stesso! Perché il tuo “io” è così impregnato dal “Tu” che ti ha pensata, voluta, scelta … fin quasi ad esserne una cosa sola.
Sei grande, piccina! Perché mostri con semplicità estrema, quel che sono io e quel che siamo tutti!
Mi tornano i brividi, gli occhi mi si fan lucidi e mi rimbalza fra mente e cuore quel che mi dicevano anni fa e non capivo bene cosa volesse dire: “io sono: “Tu” che mi fai”.
Grazie per avermi aiutato a capirlo meglio! Seppur così piccina, il primo regalo lo hai fatto tu al tuo nonno, ora però … tocca a me … tocca a noi!
Benvenuta Caterina!
Paolo Argnani
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